Claudio Descalzi: la strategia di Eni per guidare l’energia del futuro, intervista al CEO
Claudio Descalzi: “Abbiamo unito con Petronas i nostri rispettivi asset in Indonesia e Malesia, costituendo una società da 300mila barili al giorno di produzione, che diventeranno 500mila, con 3 miliardi di riserve combinate e 10 miliardi di barili di potenziale esplorativo”.
Claudio Descalzi al “Corriere della Sera”: “Per Eni si apre la nuova frontiera dell’Asia grazie a tech e competenze”
L’annuncio è arrivato lo scorso 3 novembre durante l’evento globale dell’energia ADIPEC: Eni e Petronas hanno sottoscritto un accordo vincolante per la costituzione di una società indipendente a partecipazione paritetica (“NewCo”) attraverso l’integrazione dei rispettivi asset Upstream in Indonesia e Malesia. “È un’operazione trasformativa, abbiamo creato una società di grandi dimensioni e dall’enorme potenziale”, ha spiegato il CEO Claudio Descalzi sottolineando il valore strategico dell’operazione in un’intervista rilasciata al “Corriere della Sera”. “Abbiamo unito con Petronas i nostri rispettivi asset in Indonesia e Malesia, costituendo una società da 300mila barili al giorno di produzione, che diventeranno 500mila, con 3 miliardi di riserve combinate e 10 miliardi di barili di potenziale esplorativo”: a questi numeri, sufficienti a raccontare l’importanza delle dimensioni, si aggiunge inoltre che “siamo nell’area dell’Asia-Pacifico, mercato in forte crescita”. E, come sottolineato da Claudio Descalzi, “quando si parla di crescita economica, si parla di energia che ne è il motore”. Basti pensare che “l’aumento della domanda mondiale di gas sarà guidato dai mercati asiatici anche per il ruolo di fonte destinata a rimpiazzare il carbone (che, lo si dimentica, è tuttora la principale fonte di produzione energetica), con benefici in termini di abbattimento delle emissioni”.
Eni tra i protagonisti nel mondo dell’energia globale: la vision di Claudio Descalzi
“Quello che traspare dalle parole del numero uno di Eni è qualcosa di più di un accordo che contribuisce a rendere il suo Gruppo, ma anche di riflesso il Paese, uno dei protagonisti nel mondo dell’energia globale”, scrive il “Corriere della Sera” sottolineando come l’operazione con Petronas si inserisca nel lungo percorso che Eni, sotto la guida di Claudio Descalzi, ha intrapreso per portare avanti l’impegno a favore della transizione green garantendo al contempo la sicurezza energetica in uno scenario geopolitico sempre più complesso. “Mentre tutti parlavano di transizione energetica, non era scontato aggiungere alla parola ‘transizione’ l’aggettivo ‘lunga’, perché l’evoluzione dei mix energetici è un processo additivo di lungo termine, appunto, e non si possono sostituire dall’oggi al domani le vecchie fonti con le nuove”, si legge nell’articolo. Eni ha quindi puntato su innovazione e diversificazione facendo leva su un forte know-how in ambito tecnologico. “Certo, sapevamo che la strategia andava adeguata man mano che il mondo cambiava. Ma sapevamo di partire da una situazione dove il carbone era la prima fonte di energia al mondo e probabilmente lo sarebbe stato ancora per molto visto che ancora oggi lo è. Che il gas avrebbe avuto un ruolo. Che i prezzi del petrolio erano troppo volatili. Che la transizione non era come accendere e spegnere un interruttore ma un processo lungo nel quale combinare strategie di decarbonizzazione con la necessità di finanza per gli investimenti necessari alla transizione. Che la rivoluzione tecnologica non riguardava solo i colossi dell’hi-tech. Zero ideologia, tanto buonsenso. Oggi i risultati trimestrali così apprezzati dal mercato mostrano che siamo in grado di avere cassa abbondante, debito basso e trasmettiamo valore ai nostri soci. Sono circondato da persone ricche di capacità e forza, perché non dovrei essere ottimista?”, rimarca Claudio Descalzi nell’intervista.




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