GIOMANÈ: l’essenza libera di Gianfranco GFN, tra jazz e contaminazioni

- GIOMANÈ sembra racchiudere la tua essenza artistica: qual è il filo conduttore che lega tutte le tracce del disco?
- Cosa significa per te mantenere viva la contaminazione tra generi senza perdere coerenza stilistica?
Per me la contaminazione è qualcosa di naturale, è la vita stessa.
Vengo dal jazz, ma ho sempre amato il soul, il funk e il groove.
L’importante è avere una direzione interiore, una voce personale che dia senso a tutto. La coerenza nasce dall’anima, non dalle etichette.
Il mio “GIAZZ” è proprio questo: un incontro libero tra mondi diversi che trovano equilibrio nella mia identità musicale.
Più rimani te stesso, più la tua opera è vera — qualcosa di autentico, artistico, originale, che racconta davvero chi sei.
Se cerchi di assomigliare a qualcosa che non ti appartiene, può anche venire bene, ma non avrà un’anima.
La mia contaminazione tra i generi nasce dalle tante esperienze vissute: ognuna mi ha lasciato qualcosa, come un tassello di un puzzle che, alla fine, diventa la mia musica.
- Se dovessi descrivere GIOMANÈ con un’immagine o una metafora, quale sarebbe?
GIOMANÈ è come un volo in mongolfiera sopra paesaggi musicali diversi.
Sali, ti lasci trasportare dal vento, cambi prospettiva… ma resti sempre te stesso.
È un viaggio musicale colorato, pieno di luce ed emozioni, dove ogni suono e ogni ritmo diventano una nuova scoperta.
Forse è anche il mio modo di dire che la musica è ancora — e sempre — un’avventura meravigliosa.
GIOMANÈ rappresenta anche anni di esperienze, un album più maturo, anche se c’è ancora tanto da fare.
In questo mondo musicale la cosa più bella è che non si smette mai di scoprire e imparare — ed è proprio questo che mi piace.
Spero che il prossimo progetto possa essere qualcosa in più, un nuovo passo nel mio percorso.


Commento all'articolo