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GIOMANÈ: l’essenza libera di Gianfranco GFN, tra jazz e contaminazioni

GIOMANÈ: l’essenza libera di Gianfranco GFN, tra jazz e contaminazioni

Con GIOMANÈ, Gianfranco GFN torna a sorprendere con un album che è al tempo stesso sintesi e rinascita. Un viaggio musicale in cui jazz, soul e funk si intrecciano con nuove vibrazioni, senza mai perdere il legame con le radici. Dopo oltre quarant’anni di carriera, il chitarrista e compositore svizzero-italiano conferma la sua identità sonora, il MY GIAZZ, trasformandolo in una dichiarazione di libertà e autenticità. Con la nascita della sua etichetta indipendente, 96 Montigolfiera Publishing, GFN apre una fase nuova e coraggiosa, dimostrando che la musica è ancora terreno di ricerca, gioco e passione.

 

  1. GIOMANÈ sembra racchiudere la tua essenza artistica: qual è il filo conduttore che lega tutte le tracce del disco?
In GIOMANÈ ho voluto raccogliere tutto ciò che ho vissuto nella mia esperienza musicale fino a oggi. Il filo conduttore è la libertà: la libertà di suonare senza schemi, di mescolare generi, di esprimere emozioni autentiche nel mondo musicale che ho costruito nel tempo.
Ogni brano rappresenta un momento del mio viaggio, una parte di me che dialoga con il passato ma guarda sempre avanti.
È un disco che parla di autenticità, di ricerca e di rinascita.
Un’esperienza bellissima, soprattutto grazie a tutti i musicisti che mi hanno accompagnato in questa avventura.
GIOMANÈ è il mio quinto album in Assolo: due anni di creazione, due anni dedicati alla scoperta del mio mondo musicale… il mio GIAZZ.

 

  1. Cosa significa per te mantenere viva la contaminazione tra generi senza perdere coerenza stilistica?

Per me la contaminazione è qualcosa di naturale, è la vita stessa.
Vengo dal jazz, ma ho sempre amato il soul, il funk e il groove.
L’importante è avere una direzione interiore, una voce personale che dia senso a tutto. La coerenza nasce dall’anima, non dalle etichette.

Il mio “GIAZZ” è proprio questo: un incontro libero tra mondi diversi che trovano equilibrio nella mia identità musicale.
Più rimani te stesso, più la tua opera è vera — qualcosa di autentico, artistico, originale, che racconta davvero chi sei.
Se cerchi di assomigliare a qualcosa che non ti appartiene, può anche venire bene, ma non avrà un’anima.

La mia contaminazione tra i generi nasce dalle tante esperienze vissute: ognuna mi ha lasciato qualcosa, come un tassello di un puzzle che, alla fine, diventa la mia musica.

 

  1. Se dovessi descrivere GIOMANÈ con un’immagine o una metafora, quale sarebbe?

GIOMANÈ è come un volo in mongolfiera sopra paesaggi musicali diversi.
Sali, ti lasci trasportare dal vento, cambi prospettiva… ma resti sempre te stesso.
È un viaggio musicale colorato, pieno di luce ed emozioni, dove ogni suono e ogni ritmo diventano una nuova scoperta.

Forse è anche il mio modo di dire che la musica è ancora — e sempre — un’avventura meravigliosa.
GIOMANÈ rappresenta anche anni di esperienze, un album più maturo, anche se c’è ancora tanto da fare.
In questo mondo musicale la cosa più bella è che non si smette mai di scoprire e imparare — ed è proprio questo che mi piace.
Spero che il prossimo progetto possa essere qualcosa in più, un nuovo passo nel mio percorso.

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