Guida alla stampa 3D: i materiali più usati e quando sceglierli
Allora, hai finalmente deciso di buttarti nel fantastico mondo della stampa 3D? Bene, molto bene! Ma ora ti ritrovi davanti a una giungla di sigle misteriose: PLA, PETG, ABS… e ti stai chiedendo “Ma questo PLA che cos’è, un’agenzia governativa?”
Tranquillo, ci sono passato anch’io! Scegliere il materiale giusto per la stampa 3D è un po’ come scegliere il tipo di pasta per il sugo: ogni situazione ha la sua soluzione perfetta. Che tu abbia appena iniziato per hobby o aspiri a diventare un esperto di stampa 3D, questa guida ti sarà utile per conoscere e comprendere i materiali più utilizzati. senza perdere la testa.
Preparati una bella tazza di caffè e vediamo insieme PLA, PETG, ABS, ASA e TPU – spoiler: non sono tutti nomi di robot di Star Wars!
PLA – Il migliore amico di chi inizia
Perfetto per: prototipi, oggetti decorativi, quel portapenne che vuoi regalare alla nonna
Temperatura di stampa: 190–220°C
Pro: facilissimo da usare, non puzza, costa poco, è anche biodegradabile (un punto per l’ambiente!)
Contro: si scioglie con poco calore (~60°C), fragile come un biscotto secco
Il PLA è un po’ il “cane pastore” dei materiali da stampa 3D: fedele, affidabile e perfetto per imparare. Si comporta bene, non fa capricci, e se sbagli qualcosa non ti costa un’occhio della testa rifare tutto. L’unico problema? Non metterlo al sole d’estate o in macchina, perché si trasforma in una scultura moderna molto… ehm… “creativa”.
Se stai muovendo i primi passi, il PLA è il tuo migliore amico. Punto.
PETG – Il figlio intelligente del PLA
Perfetto per: contenitori per la cucina, parti che devono resistere a qualche botta, progetti “seri”
Temperatura di stampa: 220–250°C
Pro: resistente come un Nokia 3310, flessibile quanto basta, non si offende con l’umidità
Contro: un pochino più capriccioso del PLA (ma niente panico!)
Il PETG è quello che succede quando il PLA va in palestra per qualche mese. Più forte, più resistente al calore (regge fino a 80°C), e soprattutto non si rompe se lo guardi storto.
Se hai già stampato qualche chilogrammo di PLA e ti senti sicuro, il PETG è il passo successivo naturale. È come passare dalle rotelle alla bici normale: un po’ più impegnativo, ma le soddisfazioni sono decisamente maggiori!
ABS – Il duro della situazione
Perfetto per: prototipi tecnici, pezzi che devono durare una vita, componenti che andranno all’aperto
Temperatura di stampa: 230–270°C
Pro: forte come un toro, resiste al calore fino a 100°C, praticamente indistruttibile
Contro: si deforma come vuole lui (warping), puzza un po’, ha bisogno di coccole extra
L’ABS è il materiale dei “grandi”: quello che usano nell’industria quando le cose devono funzionare sul serio. Ma attenzione! È un po’ come un adolescente: ha carattere e bisogna saperlo prendere.
Ti servirà una stampante con il piano riscaldato e possibilmente chiusa, perché l’ABS ama il caldo e odia le correnti d’aria. Ah, e apri la finestra quando stampi, perché non è proprio profumo di rose quello che emette.
Non è il materiale per iniziare, ma quando sarai pronto, ti darà soddisfazioni enormi!
ASA – L’ABS che ha fatto il corso di sopravvivenza
Perfetto per: insegne da esterno, accessori per la bici, tutto quello che sta sotto il sole cocente
Temperatura di stampa: 240–260°C
Pro: resiste ai raggi UV meglio di una crema solare SPF 50, non teme pioggia né grandine
Contro: ancora più esigente dell’ABS in fase di stampa
L’ASA è praticamente l’ABS che ha fatto un corso di sopravvivenza estrema. Se l’ABS è Rocky Balboa, l’ASA è Rambo: più resistente, più tosto, pronto a tutto.
Perfetto se devi stampare qualcosa che starà all’aperto per anni, ma preparati a sudare un po’ per farlo stampare bene. Come dice mio nonno: “Le cose buone richiedono fatica!”
TPU – La gomma magica
Perfetto per: cover per smartphone, guarnizioni, tutto quello che deve piegarsi senza rompersi
Temperatura di stampa: 210–240°C
Pro: flessibile come un contorsionista, resistente agli urti, praticamente immortale
Contro: stampa lenta come una lumaca, bisogna avere pazienza
Il TPU è il materiale “zen” della stampa 3D: ti insegna la pazienza! Si tratta di vera gomma, ideale per realizzare oggetti flessibili con un aspetto professionale, simile a quelli prodotti industrialmente.
L’unico problema? È un po’ capriccioso da stampare, soprattutto se hai un estrusore Bowden (uno di quelli dove il motore è lontano dall’ugello). Ma quando ci prendi la mano, è una figata pazzesca!
La morale della favola
Ecco la verità: non esiste il “materiale perfetto per tutto”, un po’ come non esiste la pizza perfetta per tutti (lo so, è triste, ma è così). Ogni materiale ha il suo momento di gloria.
Il mio consiglio? Inizia con il PLA, fai amicizia con il PETG quando ti senti sicuro, e poi esplora il resto quando hai voglia di nuove avventure. La stampa 3D è un percorso fatto di prove, sbagli e di enormi soddisfazioni quando si riesce a realizzare ciò per cui si è duramente lavorato.
Ricorda: anche i guru della stampa 3D hanno iniziato stampando portachiavi storti e vasi che sembravano opere d’arte astratta. L’importante è non arrendersi al primo intoppo!
Buona stampa e che il tuo estrusore non si intasi mai!
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